giovedì 22 maggio 2008

I giorni dell'Oblìo - Italo Cucci, l'editoriale

Roma, 22-05-2008
I GIORNI DELL'OBLIO, di Italo Cucci

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Cari lettori e lettrici,il ct della nostra nazionale, il prode Donadoni, ha diramato i nomi dei convocati per Euro-2008, al solito, nel perenne teatro di Pulcinella che è l'Italia, lista puntualmente contestata dai restanti 56 milioni di selezionatori che vivono nel belpaese. Non fanno stupore le prossime partecipazioni dell'Alex rinato, del discolo Cassano, atteso al varco da detrattori e perbenisti, nemmeno stupisce l'assenza di Fasciani, alle prese con l'infortunio del mistero, curato (lasciatemelo dire) da un gruppo di incompetenti saltimbanchi, piuttosto che da dottori. Tralascio di alimentare la sterile polemica sulla scelta, demandata ai giocatori, di come-perchè-da_chi farsi curare: dico io, c'è uno staff competente, pagato, nazionale, per cui per quale motivo non rivolgervisi? Fa discutere, viceversa, l'assenza di Pippo Inzaghi, bomber incallito ed inesauribile in quanto a fiuto del gol, ma ormai over-34. Per i due esclusi, sebbene per motivi opposti, non immagino se ci sarà possibilità di rifarsi sotto nelle prossime grandi occasioni. Ieri ho osservato, da vicino, due interessanti match. Il primo, per ovvie ragioni di prestigio e di visibilità mediatica, è stato superiore al secondo. Mi
riferisco, nel primo caso, alla partita Piping-Ico. Interessante, tutto sommato, anche la finale di Champions League di ieri sera, nella Mosca piovosa, che vedeva in scena due discrete formazioni (il Chelsea del discusso e discutibile petroliere Abramovic ed il Man Utd di Sir Alex Ferguson). Alla fine lotteria dei rigori, dopo un gradevole match, che accontenta tutti gli spettatori, vincitori e vinti. Ma torniamo a bomba sul match del pomeriggio. L'attesa era grande, per la classica partita del riscatto da parte di Ico, dopo il pesante arresto della scorsa puntata. In veste di opposta fazione, la formazione del Piping, che punta (senza nasconderlo) alla vittoria finale. Diciamolo subito, l'orgogliosa reazione alle polemiche dei giorni scorsi c'è stata, ma ad essa non è corrisposta un'inversione di tendenza in termini numerici. La compagine di Ico ha retto per un tempo e nulla più, affondando sotto i colpi di Mottola, Masciotti e soci. Due osservazioni, una "pro" ed una "contro". La squadra del Piping è superiore e non ci sono scuse o dubbi amletici su chi dovesse vincere e chi ha vinto. Ora, se permettete, il "contro". Siamo abituati, nella nostra italietta amata, all'eterno conflitto di interessi che satura la politica, le istituzioni e quant'altro. Ma ciò non vuol dire che, per forza, dobbiamo abituarci e non contestare più nulla e nessuno. Possibile, dico io, che l'organizzatore (Mottola, e voglio fare un nome) debba giocare e debba, per giunta, appartenere alla compagine più forte? Se restiamo a bocca chiusa, allora non ha nemmeno senso puntare il dito su Berlusconi e la storia delle televisioni. Se non si è d'accordo con il conflitto di interessi (a sentire in giro, fa venire l'orticaria a tutti), non si deve esserlo mai, non quando ci viene più comodo. Altrimenti quanche rompiscatole potrebbe a sua volta ri-puntare il dito sull'accusatore
e accusarlo di alzare la voce a proprio piacimento. Il sospetto di essere collusi (e quindi non-accusatori) o esclusi (accusatori) è il male della politica dei nostri giorni, virus riflesso poi sullo sport. Non ci lamentiamo se i nostri ragazzi, poi,
incollano una fetta di mortadella nella scheda elettorale e sopra di essa scrivano
"teh, magnateve pure questa".
I.C.

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