giovedì 31 luglio 2008

Guerre del Mondo !


Ieri sera serata tranquilla fra amici.
Quattro chiacchiere, una birra (rigorosamente Peroni, oramai introvabile nella provincia di Bari !!!).
Si parla del più e del meno, come si fa sempre fra amici. Si affrontano problemi seri e si parla di minchiate.
Si parla di viaggi e di mete strane. Si parlava di Africa.
Qualcuno ha tirato fuori la guerra che da sempre funesta il Ruanda. La conoscete, quella che contappone gli Hutu e i Tutsi... Qualcuno ignorava chi fosse vincitore di questo scontro tribale.
Ho risposto io a questa domanda, sfoderando tutta la mia cultura: "hanno vinto I Tutsi, del resto rispetto agli altri avevano un'arma!!"

giovedì 17 luglio 2008

Errata Corrige


La Redazione si scusa con i Sigg. Lettori per aver assegnato la bandiera italiana al pilota Razìk, da anni trapiantato in Italia, ma di nazionalità egiziana. Ripubblichiamo, di conseguenza, il tabellino di gara con la dovuta correzione. Saluti,

il Direttore

mercoledì 16 luglio 2008

Il podio dei vincitori








Muratella GP 15.07.2008 - di A.DeAdamich

Muratella GP 15.07.2008 - di A.DeAdamich
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Grande spettacolo ieri all'autodromo "Ayrton Senna" della Muratella, temperatura accetabile nonstante luglio, piloti che hanno battagliato fino allo stremo delle forze, ma alla fine il fattore griglia di partenza è stato rispettato. Trionfa Karacchinen, sul podio Max Ranaldi e Fra-Razìk, grande rimonta del sud-statunitense Dusterdley, che chiude ottimo quarto. Deludono l'idolo di casa Maglianico, il brasiliano Flamao, ma sopratutto il campione del mondo in carica Stoner ed il suo vice Daniel Pedrosa, entrambi traditi dal motore.

LE QUALIFICHE.
Il traffico in pista ha costituito la classica variabile impazzita, avvantaggiando o penalizzando pesantemente i qualificandi. Subito a suo agio Karacchinen, che trova pista libera e ottimi tempi, con super pole che scaturisce in modo quasi naturale. Non mancano polemiche e colpi di malasorte. GiulioGiuseppe lamenta un fastidioso "tampinamento" da parte di Ranaldi, il quale sfrutta il fattore scia in prova e chiude terzo a completare la prima fila. Dick Dusterdley è tradito invece dal motore della sua Dodge Special. Il possente propulsore della casa di Detroit, Michigan accusa un guasto alla distribuzione, per cui il pilota deve retrocedere e partire dall'ottavo posto. Fra-Razìk fa viceversa il suo dovere, "martella" (non Emanuele) un paio di buoni giri e va ad affiancare Fabz K. in prima fila. Sfortunato anche Orlando Dolci, pneumatico forato mentre era in procinto di trovare il feeling con mezzo e tracciato, peccato. Il Maglianico invece ci pensa da sè a complicarsi la vita: testacoda per lui e addio prima fila.

LA GARA.
Si alza la temperatura sulla pista, partenza puntuale ore 18. Karacchinen parte forte e sfrutta il vantaggio che offre un tracciato senza lunghi rettilinei come questo, ovvero la pista libera. Alla seconda curva il primo brivido della gara. Maglianico e NorthWind entrano in collisione all'uscita di curva. Difficile capire chi sia a commettere l'errore, sta di fatto che l'ordine di partenza si altera subito. I primi tre al comando, probabilmente, nemmeno si accorgono del fatto e fuggono.Il pennellone biondo Fabz cerca di imitare il suo idolo Michael Schumacher, tentando di fare il vuoto dietro di sè. Aspra la battaglia tra Ranaldi e Razìk, dalla partenza al finish distanziati di mezza macchina a battagliarsi la seconda piazza, senza perdere di vista il leader della corsa. Dalle retrovie comincia a farsi rispettare Dick Dusterdley, che, in una staccata mozzafiato subito dopo la finish-line, è ora quinto e vede Giulio-Giuseppe una quarantina di metri avanti. Valentino Rossi è in leggera difficoltà, con le gomme Bridgestone che su questo tracciato storicamente soffrono, ma resiste agli attacchi degli ultimi grazie alle sue doti acrobatiche. Si ferma dopo pochi giri Pedrosa, motore in fiamme, forse un surriscaldamento dovuto a problemi del circuito di raffreddamento. Per il Camomilo weekend da incubo. Problemi anche per Dolci, i cui pneumatici non ne vogliono sapere di garantire l'appropriato grip con il fondo asfaltato. Si va avanti con i giri, con Fabz Karacchinen a recitare la parte del Casey Stoner dello scorso anno, e giro dopo giro comincia a costruire la vittoria in volata solitaria. Non mancano i colpi di scena, con Max Ranaldi che infila Razìk e lo scippa della seconda, ambita, posizione. Una manciata di secondi dietro, nel frattempo, Dusterdley completa la grande rimonta della giornata, andando a passare l'italiano Giulio. Saranno punti determinanti questi per la classifica iridata. Termina la gara, con Fabz sul sommo gradino del podio (e giro più veloce), seguono Max Ranaldi e Fra Razìk, poi DDuster, quarto e secondo giro più veloce della giornata. Niente male per essere il primo appuntamento del KartMondiale. Prossima tappa Laguna Seca, tracciato tanto breve, quanto estremamente difficile. Da quelle parti le Bridgestone vanno forte, staremo a vedere. Buon mondiale a tutti.
A.DeAdamich


martedì 15 luglio 2008


In foto: la griglia di partenza della gara di oggi

La grande gara che è la vita - di Z.Zeman

La grande gara che è la vita - di Z.Zeman
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In passato mi è capitato di essere spesso contestato perchè le mie squadre, pur esprimendo un gioco esteticamente gradevole ed avvincente, non sono mai andate in fondo in alcuna competizione. Potrei, a mia scusante, citare il primo posto con la Salernitana una decina di anni fa, squadra con la quale conquistammo la promozione in A, a suon di gol e spettacolo. Quell'anno, se non ve lo ricordaste, la fece da padrone un certo Marco DiVaio, capocannoniere con oltre 20 reti. In quel ragazzo credetti fin da
giovane (lui, non io, che già a 25 anni avevo una tonalità vocale da canna di bambù spezzata), lo lasciai esordire, lui fece qualche promettente, bellissimo goal. Spero che Marco, di goal, ne faccia
ancora, e che magari ne dedichi, almeno uno, al sottoscritto. E' finito il campionato europeo, ha vinto la squadra che ha, senza ombra di dubbio, espresso il miglior compromesso tra qualità del gioco e reddittività del gioco, già, proprio quest'ultima, che gran parte della gente ha sempre lamentato che io non garantissi. La qualità del gioco è stata più che accettabile, specie se paragonata alla (non) qualità dei penultimi mondiali (quelli del 2002, badate bene) o, peggio, ai penultimi europei, ai quali persino la compagine scanzonata di Ico avrebbe avuto qualche chance, visto chi, alla fine, ha trionfato. Di qui l'atroce dilemma della vita, ossia si può sempre vincere (e giocarsi, di conseguenza, sempre a
comunque la vittoria), oppure una onesta e scintillante partecipazione può essere sufficiente? A giudicare dal mondo che ci circonda, ovvero il mondo dominato dal capitale e dal feroce ed incontrollato mercato delle affamate (e affamanti) holding internazionali, la risposta è scontata: si gioca per
vincere, si deve vincere. A tutti i costi, al diavolo il bel gioco. Tanto poi, nello storico delle competizioni, figurerà una lista aurea che elencherà, anno per anno, uno di seguito all'altro, i nomi dei vincitori. Nessun cenno all'opposto finalista, nessun cenno al "come" si è arrivati al termine della competizione. Così funzionano (o non funzionano, scegliete Voi) gli "Annales". Si parla tanto (e a ragione) della Grande Olanda degli anni '70, della rivoluzione culturale apportata dal coach-genio Rinus
Michels, il celeberrimo calcio totale, tutti avanti-tutti indietro, tutti una-ed-una-sola squadra. Sapete quanto ha vinto quella squadra lì? Risposta secca ed impietosa: la squadra nelle cui fila
militavano il più completo ed elegante (a mio avviso) giocatore di tutti i tempi, Johann Cruijff, oltre a Neeskens e Ruud Krol, non ha vinto nulla. Due finali mondiali (perse), nel '74 contro una Germania tanto grande quanto italo-catenacciara, nel '78 a casa dell'Argentina pre-maradonica. Poco importa se il gioco fosse spettacolare, le azioni memorabili, se tutti si muovessero come in un concerto della London Philarmonic Orchestra, se lungo il cammino del torneo gli Arancioni avessero umiliato Italia, Brasile e
molti altri. Negli Annales dei settanta degli Orange nemmeno la traccia (parlo evidentemente solo della nazionale, le squadre di club dominavano e vincevano in Europa, eccome). Per vedere trionfare la Grande Olanda dovremo attendere la fine degli anni '80 (1988, europei in Germania, finale contro la Russia).
Oggi si corre una gara fondamentale, una gara che non ha nulla a che vedere con il football, una gara di macchine veloci. Non sono un grande esperto di motori, io provengo dall'atletica e dal nuoto. Qualcuno, questa mia origine, la contesta e la snobba un po', dicendo che io non provengo nemmeno dal mondo del calcio (ragion per cui "non ho vinto"). Una manciata di piloti, tutti differenti per caratteristiche di guida e per il modo di interpretare la gara. C'è il freddo e calcolatore Ranaldi, vincitore (senza mai
esaltare, però) di tante gare di NFS, c'è il neo-maritato Ex-Maglianico Natalizi, l'unico a conoscere il tracciato, ma in gara sarà tutt'altra musica. L'istrionico Fasciani, che quando vince, almeno ad NFS, lo fa e alla grande, mandando il pubblico in delirio, ma non vince spesso (come il sottoscritto) e partirà
penalizzato di 10 posizioni per aver sostituito il motore Honda con uno di un'altra (imprecisata) marca. Vincerà il timido Giulio-Giuseppe, sempre distratto dal fondoschiena delle ragazze o l'ultimo qualificato ing. Dolci, che corre con un team privato sponsorizzato da un certo Quadrato? Od il principino di borgata Fra-Razik, forte della presenza di una groupie sui gremiti spalti? L'outsider da temere è Caracchini (o suo fratello, saranno forse uguali come Danny DeVito-Schwartzenegger?), partente dalle retrovie perchè arriverà sicuramente in ritardo sulla griglia di start. Infine l'oleoso Leon Flamao, oleoso non per motivo estetico, piuttosto perchè correre con lui davanti (o dietro, è
indifferente) è paragonabile a percorrere con la vespa 50, a ruote lisce e a 150 all'ora, una pista ricavata sulla superficie di un lago ghiacciato, cosparsa di lubrificante Castrol TTS: sarebbe umano rimanere in piedi? Buona corsa a tutti.

Z.Zeman

giovedì 10 luglio 2008